La presenza politica del Ducato di Urbino incrementò le ricchezze dell’area grazie alle condotte militari e favorì il potenziamento dell’economia agricola determinando la capillare diffusione della vigna accanto alle altre colture. Fu questo il periodo in cui iniziò ad esplicitarsi il collegamento tra ambiente e vitigno.
Andrea Bacci, marchigiano e medico del Papa, ne parla nel suo “De naturali vinorum historia“(1596), distinguendo i vitigni Greco e Trebbiano e notando la differenza se coltivati nel Piceno o in Urbino o in Toscana. Nel V libro “De vinis Italiae”, nella parte descrittiva “In Picenis”, Bacci giunge a Fano: città “deliziosa con vini di alta qualità prodotti anche da viti importate quali Trebbiani e Malvasie”. Riferisce, inoltre, di aver assaggiato nelle campagne di Urbino, Fano e Pesaro e nei castelli di Mondolfo e San Costanzo “qualificati Trebbiani”.